Accetto
questo speciale mal di stomaco 
da gabbia,
grata
di scomparire nei muri,
annebbiata, indolenzita,
terrorizzata
da ipotetiche inevitabilità.
Ricordo
bene
di stormi contro il rosa 
o l'arancione 
delle prossimità di sangue,
pelle contro pelle
a generare
case solide
dentro.
Accetto 
il contraccambio
della rabbia altrui
e di non essere 
amata
se non con riserve.
Nei fondi stagni 
della mia vita, 
immobile,
rimbalzano addosso a me
torpori di gomma,
anestetizzata 
nella luce
tenue
per nascondere.