brecce che non so, alle quattro e dodici di questo mattino buio e sconosciuto,
smarrita
tra parole in tempo di silenzio
ho dimenticato
il dolore
che mi fece da casa.
scrivo, disillusa, spaventata,
irrequieta
nella fretta, per non soccombere.
dove sono?
canzone incompiuta
perché la strada è ancora lunga
e questa estate
sta finendo.
dove sono?
sono orfani i punti in cui non
mi sfiori
come se fossi
un concetto
scontato.
dov’è la solitudine
che m’insegnò l’edificazione
e la distruzione
delle ore
e mi rimise
sui binari solidi
del mio corpo?
sono smarriti
i pomeriggi grandi di solfeggi dell’anima
dentro i quali sguazzavo
con una calma
bambina,
saggia come una vecchia,
grata come una rosa.
non è più il tempo
di soffrire
e le preghiere 
cambiano.