Il mio corpo in lento declino è la speranza che più resiste, l’appiglio al muro di sfacelo sul quale mi sono arresa come pianta bruciata dal sole.
Desidero fermarmi qui per guardare le cose cadere con la muta, insistente, preghiera che la fine sia imminente e terribile come dicono.
Non risiede più linfa negli alberi. Nemmeno la solitudine rimane per salire su gradini immaginari nell’aria.
Questo è il limite dove finisce il mare e io l’ho trovato.